Cosa è il Melanoma
Il Melanoma è un tumore maligno della pelle che origina dai melanociti, le cellule che producono la melanina (che protegge dal danno dei RAGGI ULTRAVIOLETTI -UV) e concorrono a determinare il colore della pelle. I melanociti malati iniziano a moltiplicarsi senza controllo, la lesione cresce in profondità fino a raggiungere i vasi e diffondersi in tutto l’organismo, riproducendo il processo patologico a distanza (metastasi).
Il melanoma è il più raro ma il più pericoloso dei tumori cutanei, perché ha un’insorgenza subdola e una biologia aggressiva. Se non diagnosticato per tempo il melanoma è difficilmente guaribile nonostante negli ultimi anni siano stati immessi sul mercato nuovi farmaci molto attivi nella cura della malattia metastatica. I melanomi più pericolosi sono quelli nodulari soprattutto se dello stesso colore della pelle, che insorgono sul dorso degli uomini anziani e soli che, non potendoli vedere, trascurano di portarli all’attenzione del medico.
Tipi di Melanoma
I melanomi cutanei originano su una cute integra o da nevi preesistenti, che sono presenti fin dalla nascita o dalla prima infanzia (congeniti) o che compaiono durante il corso della vita (acquisiti). Dal punto di vista clinico si distinguono 4 tipologie di melanoma cutaneo:
1) melanoma a diffusione superficiale (il più comune, rappresenta circa 70% di tutti i melanomi cutanei al momento della diagnosi)
2) lentigo maligna
3) melanoma lentigginoso acrale
4) melanoma nodulare (il più aggressivo, rappresenta circa il 10-15% dei melanomi cutanei).
A differenza dei primi tre tipi, che hanno inizialmente una crescita superficiale, il melanoma nodulare è più aggressivo e invade il tessuto in profondità sin dalle sue prime fasi.


Incidenza
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12.300 nuovi casi attesi in Italia nel 2019
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Il melanoma rappresenta il 9% dei tumori giovanili negli uomini (seconda neoplasia più
frequente); nelle donne rappresenta il 7% dei tumori giovanili (terza neoplasia più frequente). -
Nel 2016 sono stati 2.028 i decessi per melanoma cutaneo (1.263 uomini e 765 donne) in Italia, pari all’1% dei decessi per tumore in entrambi i sessi. – Circa 129.000 persone in Italia convivono con una pregressa diagnosi di melanoma cutaneo (43% uomini)
È opportuno ricordare che il melanoma cutaneo rappresenta solo una piccola percentuale (meno del 5%) di tutti i tumori che colpiscono la pelle. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è aumentata nel corso degli ultimi due decenni di circa 14 punti percentuali nei maschi (dal 70% dei casi insorti nel 1990-92 all’84% nel 2005-2007) e di 6 punti nelle femmine (dall’83% all’89% nello stesso periodo).
La mortalità da melanoma si riduce soprattutto con la diagnosi precoce e con la prevenzione.
Fonte: I numeri del cancro in Italia, 2019
Diagnosi

La diagnosi di melanoma è solo istologica e necessita che una lesione sospetta venga asportata chirurgicamente, inviata all’anatomopatologo che la analizzata al microscopio per identificare le cellule di melanoma. Inoltre, grazie a specifiche analisi sul campione di tessuto, è possibile identificare la presenza di mutazioni molecolari tipiche di alcune forme di melanoma cutaneo e utili per definire prognosi e trattamento. La visita dermatologica è indispensabile per identificare le lesioni sospette e consigliarne l’eventuale asportazione. Non tutte le lesioni asportate risulteranno melanomi all’esame istologico. I nei o nevi sono aggregati di melanociti normali e sono molto comuni e non pericolosi. Lo specialista effettua una visita completa nella quale valuta la storia familiare e la presenza di segni e sintomi tipici del melanoma cutaneo o di altri tumori della pelle. L’esame visivo della pelle è reso più accurato grazie all’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. Sebbene fino all’80% dei melanomi insorga su cute sana, i controlli dermatologici sistematici permettono di diagnosticare con tempestività melanomi di nuova insorgenza o insorti su nei preesistenti. Esami di diagnostica per immagini come raggi x del torace, TAC, PET e risonanza magnetica sono utili, a giudizio del medico, per definire se e dove la malattia si è estesa.
Diagnosi Istologica
La lesione rimossa viene riposta in una provetta contenente una soluzione di formalina che la ‘fissa’ (circa 24 ore) e la preserva dalla degradazione, dopodiché viene inviata al reparto di anatomia patologica dove, attraverso ulteriori passaggi (12-48 ore), viene inclusa in un blocchetto di paraffina che ha la consistenza della cera solida.
La paraffina conferisce al campione di tessuto la consistenza adatta per essere tagliato in fettine estremamente sottili (5-7 micron) grazie ad uno strumento chiamato ‘microtomo’, che vengono poi riposte su un vetrino, anch’esso sottile, e colorate (2-6 ore) con due coloranti, ematossilina ed eosina (colorazione istochimica), che permettono di distinguere i principali componenti della cellula: il nucleo (blu) e il citoplasma (rosa).
Le fettine colorate, vengono ricoperte da un vetrino copri-oggetto, molto sottile e in questo modo possono essere conservate per 20 anni insieme al corrispondente blocchetto in paraffina. Le sezioni istologiche colorate vengono poi analizzate al microscopio dall’anatomo-patologo che redige la diagnosi, anche con l’ausilio di eventuali colorazioni immunoistochimiche effettuate con anticorpi monoclonali che necessitano però di altre 24 ore per essere eseguite.