Ho già una diagnosi
La nostra pelle è sempre sotto i nostri occhi, ma spesso non la osserviamo attentamente. In
presenza di una macchia o di una irregolarità della pelle, specie se questa sanguina o da
prurito, è bene consultare un dermatologo. Spesso non si tratta di un melanoma, ma può
trattarsi di un altro tumore cutaneo come un basalioma o un tumore squamocellulare, questi
ultimi sono più frequenti del melanoma, ma non sono pericolosi, in quanto non danno metastasi
in organi importanti per la vita quali polmoni, fegato, encefalo ecc.
Il dermatologo è in grado di valutare se una lesione è sospetta e deve essere asportata per
essere poi analizzata dall’anatomopatologo che, al microscopio e con opportune colorazioni,
riesce a identificare le cellule e formulare la diagnosi.
La diagnosi di melanoma è solo istologica.
DIAGNOSI CLINICA (VISITA DERMATOLOGICA)
La visita dermatologica è indispensabile per identificare le lesioni sospette e consigliarne l’eventuale asportazione.Lo specialista effettua una visita completa nella quale valuta la storia familiare e la presenza di segni e sintomi tipici del melanoma cutaneo.
L’esame visivo di tutta la superficie cutanea e delle mucose visibile è reso più accurato dall’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle.
Sebbene fino all’80% dei melanomi insorga su cute sana, i controlli dermatologici sistematici permettono di diagnosticare con tempestività melanomi di nuova insorgenza o insorti su nei preesistenti.
Nei asimmetrici, con bordi irregolari, con superficie non uniforme e che hanno sanguinato o provocato prurito sono da considerare sospetti e lo specialista ne raccomanderà l’asportazione chirurgica.
Prima della diagnosi istologica esami di diagnostica per immagini come raggi x del torace, ecografia dell’addome TAC, PET e risonanza magnetica non sono indicati.
DIAGNOSI ISTOLOGICA
E’ possibile effettuare la diagnosi di melanoma solo dopo che la lesione è stata rimossa chirurgicamente e inviata all’anatomo-patologo che, al microscopio, identifica le cellule di melanoma.
La lesione rimossa viene riposta in una provetta contenente una soluzione di formalina che la ‘fissa’ (circa 24 ore) e la preserva dalla degradazione, dopodiché viene inviata al reparto di anatomia patologica dove, attraverso ulteriori passaggi (12-48 ore), viene inclusa in un blocchetto di paraffina che ha la consistenza della cera solida.
La paraffina conferisce al campione di tessuto la consistenza adatta per essere tagliato in fettine estremamente sottili (5-7 micron) grazie ad uno strumento chiamato ‘microtomo’, che vengono poi riposte su un vetrino, anch’esso sottile, e colorate (2-6 ore) con due coloranti, ematossilina ed eosina (colorazione istochimica), che permettono di distinguere i principali componenti della cellula: il nucleo (blu) e il citoplasma (rosa).
Le fettine colorate, vengono ricoperte da un vetrino copri-oggetto, molto sottile e in questo modo possono essere conservate per 20 anni insieme al corrispondente blocchetto in paraffina. Le sezioni istologiche colorate vengono poi analizzate al microscopio dall’anatomo-patologo che redige la diagnosi, anche con l’ausilio di eventuali colorazioni immunoistochimiche effettuate con anticorpi monoclonali che necessitano però di altre 24 ore per essere eseguite.
Inoltre, grazie a specifiche analisi sul campione di tessuto, è possibile identificare la presenza di mutazioni molecolari tipiche presenti in alcune forme di melanoma cutaneo e utili per definire la prognosi e decidere il successivo trattamento.