La Stadiazione
Stadiare un melanoma è necessario perché ad ogni stadio corrisponde una diversa probabilità di essere guariti o un diverso rischio di sviluppare metastasi ai linfonodi o agli organi interni.
E’ sulla base di questi rischi che viene deciso il successivo iter diagnostico, di controlli clinici e di terapia.
I melanomi cutanei sono in genere classificati in quattro stadi (da O a IV, lo stadio 0 indica il melanoma in situ, che interessa solo lo strato superiore della pelle) definiti sulla base del sistema TNM. Questo sistema tiene conto delle caratteristiche del tumore come lo spessore, la velocità di replicazione delle cellule
tumorali, la presenza di ulcerazioni (T), il coinvolgimento dei linfonodi (N) e la presenza di eventuali metastasi (M).
È importante ricordare che la prognosi può essere molto diversa in base allo spessore della lesione: è ottima per melanomi inferiori a 1 mm e peggiora progressivamente con l’aumentare dello spessore, con la presenza di metastasi nel linfonodo sentinella o in altri organi. La stadiazione del melanoma è stata aggiornata recentemente e l’VIII e ultima versione è entrata in vigore da gennaio 2018.
Tutti i tumori maligni hanno la caratteristica di crescere, diffondersi per via linfatica oppure per via ematica. Ecco perché occorre una stadiazione cioè una classificazione che consente all’oncologo di definire rapidamente l’estensione del melanoma nell’organismo e poter prevedere la probabilità di avere metastasi a distanza o la sopravvivenza attesa.
La stadiazione tiene conto dello spessore del melanoma primitivo (T), della presenza o meno di metastasi nei linfonodi regionali (N) e della presenza o assenza di metastasi in altri organi (M).
Se il melanoma è confinato alla pelle nel luogo dove è stato diagnosticato, a seconda del suo spessore e dell’ulcerazione si parla di Stadio 0, I, II. Se lo spessore supera 0,8 mm la probabilità di avere metastasi al linfonodo sentinella (il linfonodo che drena l’area di pelle dove è stato asportato il melanoma) aumenta dal 3% fino al 20%. Ecco perché in questi casi viene asportato il linfonodo sentinella e al microscopio vengono cercate le eventuali metastasi che, se presenti, configurano una malattia in stadio III. Più aumenta lo spessore del melanoma, maggiore è la probabilità che, invadendo gli strati dell’epidermide, raggiunga l’ipoderma dove scorrono i vasi sanguigni e possa pertanto, attraverso questi, diffondersi in altri organi. Se questo accade si parla di stadio IV. Per verificare questo il medico può richiedere esami radiologici prima dell’inizio del trattamento del melanoma.
COME LA STADIAZIONE DEL MELANOMA da O a IV e cosa fare
O – melanoma in situ
È un melanoma molto superficiale che se asportato chirurgicamente, non ha nessuna probabilità di dare metastasi né al linfonodo sentinella né ad altri organi.
Chi riceve tale diagnosi deve sottoporsi a controlli dermatologici almeno annuali poiché ha una probabilità di avere un secondo melanoma maggiore rispetto a chi non ha avuto un melanoma.
I – malattia localizzata
Lo spessore del melanoma è fino a 2 mm non ulcerato. Può essere o meno ulcerato fino a 1 mm di spessore. È ancora un melanoma superficiale che deve essere asportato chirurgicamente con un margine di 1 cm di tessuto sano intorno, ha una probabilità di dare metastasi al linfonodo sentinella o ad altri organi molto bassa.
Chi riceve tale diagnosi deve sottoporsi a controlli dermatologici almeno annuali che comprendano la palpazione dei linfonodi delle sedi superficiali e, nella maggior parte dei casi non necessita dell’asportazione del linfonodo sentinella.
II – diffusione locale limitata
Lo spessore del melanoma è > 2 mm. Può essere o meno ulcerato. È un melanoma che deve essere asportato chirurgicamente con un margine di 2 cm di tessuto sano intorno, ha una probabilità di dare metastasi al linfonodo sentinella o ad altri organi non trascurabile e variabile a seconda dello spessore e dell’ulcerazione.
E’ consigliabile completare la stadiazione con l’asportazione del linfonodo sentinella e sottoporsi eventualmente, in base allo spessore del melanoma e alla presenza di ulcerazione, a esami radiologici per verificare che gli organi interni non siano sede di eventuali metastasi.
Chi riceve tale diagnosi deve sottoporsi a controlli dermatologici almeno annuali, che comprendano la palpazione dei linfonodi delle sedi superficiali con eventuale controllo ecografico. La frequenza dei controlli e gli approfondimenti con esami radiologici variano a seconda dello spessore e dell’ulcerazione del melanoma asportato.
III – diffusione loco-regionale
Il melanoma può essere più o meno spesso con o senza ulcerazione, ma sono presenti metastasi nel linfonodo sentinella (clinicamente occulte) oppure in un linfonodo regionale che, essendo aumentato di volume per la presenza di metastasi nel suo interno, si rende evidente all’esame obiettivo o all’ecografia (clinicamente evidente). La probabilità che siano interessati da metastasi altri linfonodi del bacino linfonodale dove è stato asportato il sentinella cambia a seconda nel numero dei linfonodi interessati e a seconda delle dimensioni delle metastasi negli stessi, pertanto l’opportunità di sottoporsi a linfoadenectomia (asportazione chirurgica di tutti i linfonodi del bacino linfonodale) deve essere discussa con l’oncologo. E’ consigliabile completare la stadiazione con esami radiologici per verificare che gli organi interni non siano sede di eventuali metastasi. Chi riceve tale diagnosi può discutere con l’oncologo l’opportunità di sottoporsi a un trattamento adiuvante per ridurre il rischio che il suo melanoma dia metastasi a distanza. Deve sottoporsi a controlli dermatologici almeno annuali, che comprendano la palpazione dei linfonodi delle sedi superficiali con eventuale controllo ecografico e ad esami radiologici appropriati. La frequenza dei controlli e gli approfondimenti con esami radiologici come l’eventuale trattamento adiuvante, variano a seconda del numero dei linfonodi interessati da metastasi e della presenza di ulcerazione del melanoma primitivo.
IV – metastasi a distanza.
Il melanoma ha dato metastasi agli organi interni. Lo stadio IV appena descritto, non và confuso con il Livello IV (di Clark) che riguarda l’approfondimento del melanoma primitivo negli strati dell’epidermide e non ha niente a che vedere con le metastasi a distanza. Gli esami radiologici di stadiazione sono scelti per verificare la diffusione delle eventuali metastasi a tutti gli organi incluso l’encefalo. La determinazione della mutazione di B-Raf (una proteina che regola la moltiplicazione cellulare ed è presente in circa il 50% dei melanomi) è necessaria per scegliere la terapia più indicata nel singolo caso. Non tutte le situazioni di malattia in stadio IV sono uguali per questo è importante valutare la propria insieme all’oncologo.
La frequenza dei controlli e gli approfondimenti con esami radiologici variano a seconda del trattamento e della situazione clinica.